Galleria Frilli, via dei Fossi 26/r, Firenze
Intrappolata in uno spazio invisibile come 4 mura strette attorno e claustrofobiche, lo sguardo stordito e perso di chi è immerso nel buio e volge la testa per sentire presenze dietro le sue spalle. Racchiusa su sé stessa, impaurita trova la forza di alzare il braccio e portarlo fuori da quella forma a gomitolo che aveva creato per proteggersi, per sparire. Il braccio indugia, la mano si apre a toccare quel muro invisibile nell’oscurità. Quel muro la sorreggerà per alzarsi, in punta di piedi per non far rumore, scappando dalla scatola a rivedere la luce. Rialzarsi senza rompere il silenzio, rialzarsi senza gridare portando rispetto alla vita fino ad allora vissuta in una prigione invisibile e stretta e finalmente correre scalza sotto il sole in una dimensione sconosciuta che si chiama libertà.
Nessun muro invisibile è una trappola se il nostro coraggio vince e facciamo diventare la parete di quella scatola oscura una spalla alla quale appoggiarsi per tirare su il nostro corpo che non si è arreso e finire di aver paura della paura.
La giovane scultrice Jana Buettner indaga paure, conflitti e problematiche dell’individuo sociale attraverso fermi immagine allegorici che si servono unicamente del corpo senza oggetti di contorno o simboli per nostra facile lettura. Le sue donne, i suoi gruppi parlano attraverso il movimento, la contorsione e la incredibile espressività dei volti in un modellato Accademico impeccabile che rende le sue opere libri e testi aperti ad un vasto pubblico che cerchi profondo significato e assoluta bellezza estetica.