Giovanni Balderi è l'artista del marmo con la A maiuscola all'interno della Galleria Frilli. L'artista che riconnette profondamente la Galleria Frilli con la sua identità d'origine di studio e laboratorio di marmi.
Nato a Seravezza, incantevole cittadina sulle pendici delle Alpi Apuane, dove si trovano le cave di marmo bianco di Carrara, per Giovanni i giganteschi blocchi bianchi abbaglianti, hanno sempre fatto parte del suo patrimonio fisico ed artistico.
Giovanni ha studiato scultura a Pietrasanta in Toscana, dove si è diplomato all'Istituto Statale d'Arte ottenendo due borse di studio.
Ha sempre saputo che per diventare un grande Maestro, si deve ricevere un insegnamento da grandi Maestri; quindi, ha lavorato duramente e pagato pegno presso studi illustri, dove ha iniziato lentamente a scoprire il suo stile.
Lui stesso è diventato in seguito un Maestro ed ha viaggiato a Brisbane, in Australia e in Alabama negli Stati Uniti, per insegnare agli studenti come accarezzare delicatamente un blocco di marmo e come rimuovere saldamente l'eccesso con lo scalpello.
Per prendere una citazione illustre dalla biografia di Michelangelo, secondo Giovanni Balderi, ogni blocco contiene un'anima, ogni blocco la possiede, la imprigiona, alla fine la libera.
Le figure sinuose e sottili di Giovanni Balderi sono la moderna rappresentazione di corpi di veneri classiche, eleganti e sensuali, interpretati con un'essenza minimalista, ma estremamente contemporanea.
Quando si osservano le curve morbide, in equilibrio con le linee drastiche delle sculture di Giovanni, si possono percepire le sue carezze, i suoi tocchi, i suoi colpi di scalpello mentre le intaglia.
Allo stesso tempo si può percepire il nuovo slancio della vita che Giovanni dona alle sue figure; esse sembrano ballare e fluttuare nello spazio circostante.
Allo stesso tempo, questi blocchi giganteschi sono fermi e saldi di fronte a noi, a conferma della forza irrefrenabile e potente di questo materiale nobile ed eterno.
Giovanni Balderi è come un poeta nell'arte; le sue frasi e le sue emozioni sono scolpite nel profondo del marmo, trasformando i suoi versi in delicate rose di cui si può quasi percepire il profumo, o in sinuose figure femminili di cui si può ancora ricordare gli antichi tratti classici.