La Venere de' Medici è una statua greca ellenistica originale in marmo, databile alla fine del I secolo a.C., e conservata nella Tribuna della Galleria degli Uffizi. La statua, una Venus pudica, si ispira, come le altre varianti del tema, all'Afrodite cnidia di Prassitele, con particolari similitudini con la Venere capitolina. L'opera arrivò a Roma in un momento imprecisato dell'antichità e forse decorava villa Adriana a Tivoli. Nel Rinascimento, con la febbre collezionistica delle grandi famiglie presenti in città, venne probabilmente acquistata dall'allora cardinale Ferdinando de' Medici per essere esposta a villa Medici, anche se la prima documentazione certa risale al 1638. Nel 1677 fu portata a Firenze da Cosimo III, che nonostante la sua reputazione di "bigotto", non si fece problemi a collocare la bella dea nuda nella Tribuna degli Uffizi. L'opera ritrae Venere al bagno, nella posizione pudica. Evidente è la ricerca accurata di una resa naturalistica e idealizzata del corpo femminile nudo, che all'epoca aveva messo in secondo piano i significati sacrali legati alla figura della dea nelle rappresentazioni anteriori.
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