La statua è la rappresentazione di un fauno danzante, una divinità della natura corrispondente al satiro della cultura greca. Dalla splendida scultura bronzea del Fauno danzante deriva il nome di uno tra i più grandi ritrovamenti pompeiani, la Casa del Fauno, che ne ornava l'impluvium e che oggi è conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La casa del Fauno, monumentale sin dalla struttura esterna, aveva il pavimento realizzato in marmo giallo, porfido e calcare. Sulla soglia c'è un mosaico in tessere minute con ghirlande e maschere teatrali. L'ipotesi più accreditata è che questi mosaici, insieme alla statuetta in bronzo di Fauno danzante, facciano riferimento al nome della famiglia proprietaria della casa, i Satrii, un antenato dei quali si pensa abbia partecipato alla campagna in Asia di Alessandro.
Il Fauno si presenta come una figura maschile nuda, barbuta, con la testa rovesciata indietro, una folta chioma e lo sguardo rivolto al cielo. In punta di piedi, con braccio e gamba sinistra tesi e braccio destro e gamba destra flessi, egli sembra accennare un passo di danza. Elementi quali le corna di caprone poste sul capo e la presenza della coda, suggeriscono che si tratti di un Fauno, o meglio di un Satiro in preda a ebbrezza bacchica o un'estasi religiosa. Da un punto di vista tecnico, magistrale è la resa della muscolatura, estremamente sinuosa; la raffinatezza dell'esecuzione fa supporre che l'opera sia attribuibile a un centro di produzione ellenistico, verosimilmente alessandrino.
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